Tracce di insediamenti neolitici sono stati rinvenuti lungo il fiume Alento, che bagna a nord il paese, e di certo l'attuale Ripa dovette ben presto entrare nella sfera di influenza dei Marrucini.
Esistono prove del passaggio di Annibale, nella campagna militare condotta in Italia durante la seconda guerra punica, grazie al ritrovamento dei resti di un elmo cartaginese nei pressi della chiesetta di S. Stefano.
In virtù della sua posizione strategica, nel corso della storia l'area ove sorge il paese è stata spesso utilizzata come avamposto. Già al tempo dei Romani era presente un nucleo abitato chiamato Castrum Teate a difesa della città di Chieti (allora chiamata Teate), ed anche nel medioevo, quando il paese cambiò il nome in Ripa de Teti , venne mantenuta la sua connotazione militare.
I Longobardi assegnarono la zona al Ducato di Benevento. Dopo che Pipino invase il ducato, venne assegnato dai Normanni al Ducato di Puglia. Durante la dominazione sveva la città era demaniale, ma durante il regno angioino dovette soffrire le pene dell'inferno. Alfonso d'Aragona fece costruire la cinta muraria nel 1484 come grazia ricevuta per favori ottenuti dalla popolazione di questo paese durante le lotte contro la Liga Veneta.[7] Sotto la dominazione Aragonese fu costruita inoltre una rete di torri di avvistamento, di cui due ancora esistenti, che consentiva di avvistare eventuali movimenti militari ostili.
Durante la campagna militare in Italia condotta da Napoleone il convento francescano, che aveva sede nel paese, fu teatro di un enorme massacro. Nel convento avevano trovato rifugio dei rivoltosi che avevano operato a Chieti. Le armate francesi assediarono il convento e ci furono sanguinosi combattimenti con più di 600 vittime tra militari e rivoltosi. Diversi rivoltosi riuscirono comunque a fuggire e, per rappresaglia, i frati vennero sterminati e le loro spoglie gettate nella cisterna del chiostro del convento.
Anche durante l'occupazione nazista, a Ripa, situata a ridosso della linea Gustav, fu allestito un deposito di armamenti, saccheggiato durante la liberazione avvenuta tra il 9 e il 10 giugno del 1944.
La natura, l’arte, la cultura
· Chiesa di San Pietro Apostolo. Questa è la chiesa madre. Un capitello prova che la chiesa sorge su di un tempioDiana cacciatrice. Viene citata come chiesa parrocchiale nel 1308. All'interno vi è una tela raffigurante la "Madonna del Sudore" del XV secolo attribuito ad Antonio Solario detto lo Zingaro.[7]
· Chiesa di San Rocco. La chiesa ha un atrio ottagonale con tre nicchioni absidali con altari a muro. la chiesa è stata restaurata alle pareti esterne.[7]
· Chiesa di Santo Stefano protomartire. Questa chiesa è stata costruita su di un tempio di divinità ignote verso l'anno 1000. Nei pressi vi è il cimitero comunale.[7]
· Chiesa del Convento. Risale al XVI secolo. In seguito, nel 1525, vi fu costruito a fianco il convento dei frati minori.[7]
· Chiesa della Madonna del Rosario. La chiesa è situata in contrada Foro.
· Mura e torri. Nel XV secolo il borgo era sovrastato da due torri e cinto da mura di difesa e due porte d'accesso ognuna delle quali era affiancata con due torri. Le due torri erano unite da un corridoio sotterraneo. Nel XVII secolo le mura, che ormai non servivano più allo scopo di difesa della città venivano distrutte per far posto alla costruzione di palazzi. Un'altra torre cilindrica con merlatura ghibellina è sita poco fuori del centro storico. Un'altra torre ancora è sita in località Arenile, di proprietà della famiglia De Lollis di Bucchianico ora è adibita in ristorante.
· Fonte Grossa.
· Fonte "La fontanella"
· Fonte "Tasca". La sorgente si presenta coronata da una grotta, una vegetazione rigogliosa e da numerosi laghetti. La leggenda la vuole luogo di convegno di briganti. Un'altra leggenda, più comune tra gli abitanti del luogo, parla invece di cumuli di monete d'oro depositati all'interno della grotta alla cui guardia vi era un rospo con sembianze demoniache ad ostacolarne l'ingresso.
Nei pressi della fonte sono state ritrovate indiscutibili tracce di un insediamento di epoca romana, probabilmente di una villa con terme annesse che sfruttava l'abbondanza di acqua dalle proprietà terapeutiche del luogo.
Più tardi, durante la seconda guerra mondiale, non molto lontano dalla bocca della grotta, vi era una casa gentilizia che fu usata dall'esercito tedesco come deposito di munizioni. Per questo motivo, nelle campagne limitrofe, sono stati ritrovati innumerevoli ordigni bellici. Questa è la ragione principale per la quale molti terreni vicino alla fonte rimangono ancora oggi incolti.
Cittadini, scolaresche, studiosi e turisti continuano tuttora a visitare la zona, per molti la più bella e misteriosa che il territorio di Ripa Teatina possa offrire.
·Fonte "La peschiera"
· Antica fattoria. Un'antica fattoria sorge nei pressi di una campagna vicina a Ripa Teatina dotata di torre dell'XV secolo.
· Antiche fornaci. Antiche fornaci per la produzione di mattoni in via Mattonari.
·Resti archeologici. Molti resti archeologici di epoca romana in varie contrade del paese