Fondata dai Piceni in una felice posizione collinare, Atri divenne Colonia romana nel 256 a.C. Secondo la tradizione da Atri proveniva la famiglia dell’Imperatore Adriano che ha dato il nome alla città. Durante le invasioni dei Longobardi fu assoggettata, ma già nel 1251 si costituì in libero Comune sottraendosi al dominio feudale dei Conti d’Apruzio. Fu signoria degli Acquaviva dal XIV al XVIII secolo, che ebbero nella famiglia un autorevole membro della Compagnia del Gesù, accanto a un beato martire. Nel 1775 Atri tornò sotto il regio demanio.
La natura, l’arte, la cultura
Gioiello dell’arte abruzzese, Atri conserva ancora intatto il suo aspetto antico, nascondendo delle testimonianze di notevole pregio. Eretta su una precedente chiesa del IX sec, la Cattedrale, consacrata a S. Maria Assunta nel 1223, conserva ancora testimonianze delle fasi della primitiva edificazione, sorta su una cisterna romana. La facciata, tripartita ha un bel portale di Mastro Rainaldo di Atri, sovrastato da uno splendido rosone. Il campanile con coronamento a cuspide presenta una decorazione con ciotole maiolicate. All’interno spicca un coro che risale al XII secolo. Meritano particolare attenzione gli affreschi di Andrea de Litio, che in 101 pannelli, posti alle pareti dell’abside, descrivono ventisei momenti della vita di Gioacchino e di Maria; la volta a crociera accoglie Evangelisti e Dottori, mentre ai lati sono raffigurate le Virtù. Nella navata si trova un altro dipinto che rappresenta la Santa casa di Loreto trasportata dagli angeli. Il pavimento del presbiterio sottostante lascia intravedere dalle lastre di cristallo il pavimento musivo sottostante, di un edificio romano. Confinamnte con la cattedrale è la chiesa di S. Reparata (1741) che conserva un baldacchino ligneo di notevole pregio. Su corso Adriano si trova la chiesa di S. Agostino (XIV sec.), con un bel portale in forme gotico-rinascimentali, opera di Matteo da Napoli; singolare è una lumaca, scolpita dallo stesso Matteo, a ricordo della sua proverbiale lentezza. Tra gli edifici civili merita particolare attenzione il Palazzo Acquaviva edificato nel 300 con un cortile e loggiato di ispirazione romanico-gotica. Anche le mura urbiche conservano dei tratti a vista nella zona di Porta S. Domenico sulla quale è lo stemma degli Acquaviva.
A rendere particolarmente suggestivo il paesaggio di Atri è la presenza dei calanchi, formazioni carsiche derivanti da una particolare forma di erosione, oggi compresi nella Riserva Naturale dei Calanchi di Atri che include ben 350 ettari di territorio.
Fonte: Regione Abruzzo Servizio Sviluppo del Turismo