Reperti rinvenuti alla fine del secolo scorso attestano che già in epoca arcaica nella zona vi era un insediamento. L'attuale paese, che nel 1092 viene menzionato come “castello de Nabelli”, era il centro vestino di Incerulae. Alla fine del XVIII secolo esso apparteneva, con il titolo di baronia, alla famiglia Tomassetti di Celano.
La natura, l’arte, la cultura
Paese dal caratteristico aspetto medievale, con le case arrampicate sul fianco di un colle, sovrastate dall'imponente palazzo cinquecentesco dei Santucci, recentemente restaurato per essere adibito a Centro di documentazione dell'economia tratturale.
Intorno al castello si è sviluppato il borgo medievale, caratterizzato dalle tipiche case-torri e da stradine ripide e cordonate. Nella frazione di Civitaretenga, da vedere è la chiesa di S. Salvatore, tardo settecentesca, dal portale rinascimentale, con elegante interno decorato.
Sulla piana sottostante, due chiese campestri, edificate a riparo e conforto dei pastori, lungo il Tratturo dall'Aquila a Foggia, esempi tipici dell'architettura chiesastica abruzzese, legata alla civiltà pastorale: S. Maria Delle Grazie e S. Maria in Cerulis (detta dell'Annunziata), medievale, sorta sui resti di un importante santuario dedicato ad Hercules Iovius.
Il paese è famoso per la produzione dello zafferano, la preziosa e vellutata polvere ricavata dagli stimmi del Crocus sativus, usato fin dall'antichità dagli Egizi per curare le malattie respiratorie e apprezzata dai Greci e dai Romani, soprattutto per le decantate qualità afrodisiache.
Oltre alle proprietà medicinali, la polvere gialla serve a nobilitare numerosi piatti della cucina tipica abruzzese sia pastorale che marinara, come le ferratelle ai frutti di bosco e le cozze in guazzetto.
Fonte: Regione Abruzzo Servizio Sviluppo del Turismo